Dal sito dell’ANSA.
Quarto giorno dell'anno zero ad Haiti, come scrivono quei pochi che oramai riescono ad accedere ad internet sull'isola, e terza notte passata all'aperto per migliaia di sopravvissuti, mentre cresce la rabbia per il ritardo nei soccorsi e la carenza di coordinamento da parte delle autorità locali.
Salgono a circa 150 gli italiani contattati dalla Farnesina ad Haiti. Il numero dei connazionali che mancano all'appello è quindi di circa 40. I 150 italiani sono stati rintracciati in seguito a contatti diretti o testimonianze autorevoli e verificate. Il numero dei 40 italiani che mancano all'appello può subire variazioni a causa della presenza di residenti "storici" o casi di doppia cittadinanza. Identificata anche la prima vittima italiana, Gigiola Martino, 70 anni, nata a Port-au-Prince "conosciutissima nella comunità francese ed haitiana: era una delle ultime italiane di Haiti. Un italiana vera che continuava a parlare la lingua di Dante", ha scritto il quotidiano online "La Gente d'Italia".
Intanto la Farnesina ha individuato un luogo a Port au Prince dove raggruppare gli italiani presenti nell'isola. Lì si valuteranno le condizioni fisiche dei connazionali e anche la possibilità di un'evacuazione degli italiani.
Nella capitale, dai cumuli di macerie si levano ancora lamenti, voci e rumori. Un filo di speranza che arriva anche dall'Hotel Christopher di Port-au-Prince, lo stesso dove si teme siano rimasti intrappolati due italiani: una equipe di soccorso filippina (l'albergo era sede della missione Onu Minustah, circa 200 gli uomini di Manila schierati) ha riferito di aver udito lamenti e rumori provenire da sotto le macerie dell'edificio distrutto.
"Manca tutto, acqua, cibo, carburante", scrivono su Twitter i vari Carel Pedre, Troy e Tara Livesay, Frederic Dupoux. I twit da Haiti sono ripresi ieri nella tarda serata italiana: i protagonisti temono che la carenza di carburante possa spegnere la finestra telematica che hanno aperto con il mondo.
"I distributori sono tutti chiusi", scrive Darryltkps. E sale la rabbia tra la popolazione: esasperati per i ritardi negli aiuti, gruppi di superstiti hanno eretto a Port-au-Prince blocchi stradali utilizzando anche i cadaveri delle vittime del sisma, come riferito da Shaul Schwartz, un fotografo del settimanale americano Time. Il mantenimento dell'ordine pubblico è indispensabile per coordinare la macchina degli aiuti, sottolineano i soccorritori, per i quali le prossime 24-48 ore sono decisive per impedire una catastrofe umanitaria legata alle epidemie. L'Italia potrebbe concorrere agli aiuti anche con una nave militare, ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che presenterà oggi la proposta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Un magazzino del Programma alimentare mondiale (Pam) ad Haiti è stato saccheggiato. Lo riferisce un portavoce dell'organizzazione.
Il coordinamento degli aiuti è stato anche al centro dell'incontro tra il presidente haitiano Renee Preval ed il suo collega dominicano, Leonel Fernandez. Intanto, l'ex presidente di Haiti, Jean Bertrand Aristide, che vive in esilio in Sudafrica, si è detto pronto a tornare nel suo paese per "portare aiuto alla ricostruzione" dopo il devastante terremoto. Un annuncio che rischia di creare ulteriore instabilità in un Paese che non c'é più.
Dal sito della CRI si legge, intanto, la presente dichiarazione del Ministro Frattini: "Abbiamo destinato gli aiuti alla Croce Rossa Internazionale e al Fondo mondiale per l'alimentazione. Sono gli unici modi per coordinarci meglio. Non possiamo fare ognuno per sé. Il coordinamento europeo è partito proprio in questo spirito. Ognuno deve sapere che cosa fare e dove".
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